HEIDEGGER
HEIDEGGER
🧠 1. Heidegger e il nazismo: una questione ancora attuale?
La questione dell’adesione di Heidegger al nazismo è stata ampiamente dibattuta. Il filosofo nel 1933 fu rettore dell’università di Friburgo e si iscrisse al partito nazista. Tuttavia, in seguito si distaccò dal regime. La sua adesione iniziale non è stata mai completamente spiegata, ma è chiaro che egli vide nel nazismo (almeno all’inizio) una possibilità di “rinnovamento spirituale” per l’Occidente, come scrisse a Herbert Marcuse.
👉 Heidegger non sostenne il nazismo reale e pratico (fatto di violenza e propaganda), ma intravedette nel suo slancio originario una possibilità di rifondazione dell’essere dell’uomo – possibilità che poi fu, secondo lui, tradita.
Il filosofo non si pentì pubblicamente, e questo è stato motivo di critiche, ma nelle sue opere successive prese chiaramente distanze ontologiche da ogni ideologia.
📘 2. “Lettera sull’umanismo” e la critica all’umanesimo tradizionale
Nel 1946-47, Heidegger scrisse Über den Humanismus in risposta al filosofo francese Jean Beaufret. Qui fa un’operazione radicale: attacca la tradizione umanistica occidentale, da Platone a Cartesio fino all’Illuminismo.
✅ Perché?
Secondo Heidegger, l’umanismo ha ridotto l’essere umano a “animale razionale”, cioè a un ente tra gli enti, un organismo biologico dotato di ragione che manipola il mondo.
🔴 Questo ha due gravi conseguenze:
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Perdita del rapporto autentico con l’essere (cioè con ciò che dà senso all’esistenza).
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Sradicamento dell’uomo dalla sua vera essenza: l’uomo diventa un “calcolatore tecnico” e smette di meditare sul senso profondo del vivere.
🌌 3. L’essere e l’esserci (Dasein): l’uomo come “radura” dell’essere
Il concetto centrale di Heidegger è che l’essere umano non è definito dalla razionalità, ma dalla sua capacità di “essere-aperto” all’essere, cioè di accogliere, comprendere e far emergere il senso delle cose.
🕯️ "Radura dell’essere"
L’uomo è come una radura (Lichtung) nella foresta, un spazio di apertura dove l’essere può mostrarsi. L’essenza dell’uomo non sta nel “fare” o nel “dominare”, ma nel meditare e nel custodire l’essere.
🧱 4. Tecnica, manipolazione e pericolo contemporaneo
Heidegger è molto critico verso il mondo moderno, dominato dalla tecnica e dal capitalismo.
⚠️ Pericolo:
Nel mondo tecnico-scientifico, l’essere umano tratta ogni cosa (incluso se stesso) come un “ente da usare”.
Questo impedisce lo svelamento di altre possibilità dell’essere e riduce la vita a una serie di operazioni calcolate.
🧘 5. Contro l’antropocentrismo: l’uomo non è il padrone dell’essere
Un punto centrale della Lettera sull’umanismo è la messa in discussione dell’uomo come misura di tutte le cose (antropocentrismo). Heidegger scrive:
“L’uomo è più che un animale razionale proprio in quanto è meno rispetto all’uomo che si concepisce a partire dalla soggettività.”
Ciò significa:
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L’uomo guadagna senso solo nella relazione con l’essere, non da solo.
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La vera umanità non è dominio, ma ascolto e apertura all’essere.
🔄 6. Limiti del pensiero di Heidegger
Heidegger stesso, nei seminari riportati da Giorgio Agamben, riconosce di non poter vedere i propri limiti. Il suo pensiero è profondo ma non assoluto. L’adesione iniziale al nazismo è uno di questi limiti storici e morali.
Tuttavia, come affermano pensatori come Sloterdijk o Žižek, il valore del pensiero di Heidegger sta nel suo tentativo di ripensare radicalmente la condizione umana, anche se ciò avviene attraverso un linguaggio spesso oscuro e difficile, e una visione pericolosamente ambigua nei suoi esordi politici.
✨ Conclusione: l’essere umano secondo Heidegger
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L’uomo non è un animale razionale che manipola il mondo, ma una possibilità aperta che può svelare la verità dell’essere.
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L’umanismo classico ha fallito, perché ha dimenticato questa verità.
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Il compito della filosofia è ora riportare l’uomo alla sua essenza, come custode dell’essere e non dominatore degli enti.

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